25 maggio 2010

L'indiano che campa di luce del sole

Articolo di Sanal Edamaruku, presidente della Indian Rationalist Association.
Pubblicato su The Guardian il 18 maggio 2010.
Traduzione di Francesco Sblendorio e Giovanna Caputo.


Le affermazioni di Prahlad Jani sul fatto che sia sopravvissuto senza acqua o cibo per anni vengono sostenute da chi dovrebbe saperne di più.
L'anziano uomo vestito di porpora e con un anello al naso tenta di dirci che non ha mangiato o bevuto nulla da quando la dea Ambaji ha toccato la sua lingua col suo dito. Ciò deve essere accaduto attorno al periodo dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Dal momento che ci sono poche cose ben stabilite come la legge biologica secondo cui nessun essere umano (e nessun animale) può sopravvivere senza la regolare assunzione di cibo e acqua, può essere sensato avvicinarsi alle sue affermazioni con un certo grado di scetticismo. Di solito non è molto difficile smascherare questo tipo di personaggi; l'ho fatto diverse volte. Ma Prahlad Jani ha qualche protettore influente.

Il dottor Sudhir Shah, neurologo e a capo dell'ospedale Ahmedabad's Sterling, ha spinto la sciocca storia di Prahlad Jani sotto le luci dei riflettori. In un sensazionale progetto di ricerca “scientifica”, lui e il suo team hanno sottoposto Prahlad Jani a osservazioni ed esami medici dal 22 aprile al 6 maggio [2010]. Tale progetto è finanziato e supervisionato dall'Indian Defence Institute of Phisiology and Allied Sciences (DIPAS), un'ala dell'organizzazione di ricerca e sviluppo della difesa. La persona che rappresenta pubblicamente lo studio è il direttore del DIPAS, Govindasamy Ilavazhagan, che sembra condividere l'entusiasmo di Shah per il caso. È stato riferito che i due signori congiuntamente hanno confermato che Jani non ha mangiato una sola briciola e – cosa ben più importante – non ha bevuto una singola goccia d'acqua durante i suoi 15 giorni in cui è stato tenuto sotto osservazione – il che sembra totalmente impossibile.
Possono degli scienziati essere tanto creduloni da riconoscere le dichiarazioni di un uomo che afferma di ribaltare le leggi fondamentali della biologia? Hanno chiuso gli occhi (e anche la videocamera non-stop) quando Jani ha alleviato la propria arsura? Non c'è alcun dubbio sul fatto che la “sorveglianza totale” avesse delle falle e che il “grande test scientifico” fosse una farsa.

Mentre il test aveva luogo, ho smascherato alcune di queste scappatoie in un'intervista in diretta su India TV: un videoclip ufficiale mostrava che Jani qualche volta si spostava fuori dal campo di ripresa della videocamera; gli era permesso ricevere devoti e poteva persino lasciare la stanza sigillata del test per prendere il sole; i suoi periodici gargarismi e lavaggi non sono stati sottoposti a sufficienti controlli, e così via. Ho richiesto la possibilità di controllare il protocollo del test con un team indipendente di razionalisti esperti. Non c'è stata alcuna reazione immediata da parte di Ahmadabad. Ma sono stato invitato a partecipare al test il giorno successivo, da una improvvisa chiamata da parte dell'ospedale Sterling in diretta TV.

Di prima mattina, pronti per il volo verso Gujarat, fummo informati che avremmo dovuto attendere il permesso del principale responsabile del progetto. Inutile dire che questo permesso arrivò mai.

Allo stesso modo, non avemmo la possibilità di assistere al primo test su Jani fatto da Shah nel novembre del 2003 (ancora una volta, finanziato dal DIPAS). Shah ha un lungo curriculum sulla conduzione di questo tipo di studi, che fino a questo momento non sono mai stati discussi in alcuna pubblicazione scientifica. Tali studi semplicemente cercano di provare la sua strana teoria sulla luce del sole: gli essere umani possono smettere di mangiare e bere e passare ad “altre fonti di energia, fra cui la luce del sole”. Prahlad Jani non è il primo “santone-immagine” di Shah. Nel 2000/2001 Shah testò un certo Hira Manek per più di un anno e confermò le sue affermazioni secondo cui si cibava solo di luce del sole (e ogni tanto di un po' d'acqua). L'idea che la ricerca di Shah fosse sotto osservazione della NASA e dell'Università della Pennsylvania è stata ufficialmente negata da entrambe le parti tirate arbitrariamente in gioco.

Shah ha una profonda fede giainista. Come presidente della Federazione Indiana dei Medici Giainisti (JDF) propone questo modo di condurre le ricerche: la scienza medica ancora imperfetta deve essere portata in linea con la “super scienza” giainista come rivelato dall'onnisciente Lord Mahavir. Possiamo solamente chiederci se i suoi occhi da ricercatore siano a volte appannati dallo zelo religioso. Cosa interessante, molti componenti del suo team sono giainisti e il suo collega che l'ha affiancato nel test con Manek è stato anche lui un ex-presidente della JDF.
Shah ha inoltre suggerito che questo fenomeno potrebbe avere potenziali “usi militari”. E – che vergogna! – il ministero della difesa indiano ha abboccato. Potranno mai essere così ingenui da pensare di applicare all'esercito una dieta a base di sole?

Staremo a vedere.

Sanal Edamaruku


A questo link la trasmissione su India TV: http://www.youtube.com/watch?v=G9On0X3nBaY


Aggiornamento (non legato all'articolo)

Nel video seguente James Randi dice la sua su Prahlad Jani il 16 maggio 2010:

15 aprile 2010

A Rebus la Sindone di Garlaschelli

In occasione dell'ostensione della Sindone di Torino, lunedì 12 aprile è andata in onda la seconda puntata della nuova serie di "Rebus", trasmissione di Maurizio Decollanz, dedicata alla presunta reliquia.

Ospiti in studio lo scrittore Michele Allegri e il prof. Luigi Garlaschelli dell'Università di Pavia, nonché socio effettivo del CICAP. I due ospiti hanno rappresentato il punto di vista razionale e basato sui fatti: sono stati invitati da Decollanz anche diversi sindonologi (coloro che affermano di saper dimostrare scientificamente l'autenticità della Sindone), ma nessuno di loro ha accettato il confronto. Il punto di vista credente è quindi stato esplicato da alcuni filmati (le cui affermazioni sono state in seguito discusse in studio).
Di rilievo è stato l'intervento di Garlaschelli in cui ha illustrato il suo lavoro: ha riprodotto un artefatto del tutto simile alla Sindone, e che presenta i tratti che gli autenticisti dichiaravano "non riproducibili". Il lavoro, finanziato dal CICAP e dall'UAAR, è stato svolto usando strumenti e tecniche disponibili in epoca medioevale (il test al radiocabonio ha datato infatti la Sindone negli anni attorno al 1300 d.C.).

Ecco raffigurate a sinistra la copia di Garlaschelli, e destra la Sindone conservata a Torino ed esposta in questi giorni (cliccate per ingrandire):


Da segnalare l'apparente cambio di rotta di Maurizio Decollanz che, dopo aver acriticamente presentato nella precedente edizione le bufale più assurde in chiave possibilista (com'è successo nella puntata sulle scie chimiche in cui è stato dato ampio spazio a ospiti senza alcuna competenza in materia aeronautica e/o meteo), si è rivolto a chi lavora basandosi sui fatti e sull'osservazione.

L'intera puntata è disponibile su youtube, ecco i quattro spezzoni che la compongono:







29 marzo 2010

Il Vaticano come i maya: la Nuova fine del mondo

Il 2012 si avvicina inesorabilmente, e mentre sedicenti studiosi Maya trasformano catastrofi in cambiamenti epocali e nuove ere cosmiche c'è che chi fa di meglio e già anticipa quanto succede di solito, cioè il posticipo della fine.

No, non si tratta degli stessi studiosi di cui prima: loro sono ancora ben ancorati al 2012 (sebbene i maya non abbiano mai parlato di fine del mondo), e allo scattare della mezzanotte del 21 dicembre del fatale anno sono quasi certo che avranno il loro orgasmo/vibrazione provocato dall'arrivo dell'era dell'acquario.

Chi ha già cautamente pensato al posticipo della fine-del-mondo-inizio-di-una-nuova-era questa volta viene dal Vaticano: si tratta della "studiosa e ricercarice vaticana" Sabrina Sforza Galitzia, che potete ascoltare in questa intervista rilasciata sulla rete televisiva nazionale, precisamente ai giornalisti del TG1:



Riprendo alcuni passi notevoli tratti direttamente dalla sua dichiarazione:

(La fine del mondo per Leonardo significa) cataclismi, terremoti, diluvi che avverranno di là a venire, in una data lontana, prevede Leonardo.

1 novembre 4006
, commenta la giornalista. Infatti Sabrina Sforza Galitzia dice:

È un orologio calendario come se fosse un cronometro, che inizia con il giorno in cui avvenne effettivamente la cena, cioè il 21 marzo anno 33 e percorre fino al 4006.

[...]
Indica per lui la fine del mondo, ma in realtà è la fine di un ciclo astronomico, bisogna studiare le profezie di Leonardo da Vinci, ne ha scritte diverse, e in più bisogna capire il lavoro matematico di Leonardo, perché lui usa la scienza come un veicolo per arrivare a questo messaggio criptato nell'immagine.


Alla domanda della giornalista "Perché Leonardo comunicava in codice?" la studiosa risponde:

È un suo stile, per non essere ovvio e per non essere profeta in patria.

A suo dire quindi, tale data sarebbe espressa da Leonardo tramite un codice matematico espresso nell'ultima cena. Leonardo si esprime in codice per "avere stile", per fare figo insomma. La studiosa capisce che un orologio rappresentato nell'opera di Leonardo non è un orologio, ma un calendario, e di qui segue il resto.

A parte cosa sia in tale contesto un "ciclo astronomico", un altro dubbio che mi sovviene è che, se fosse vero, Leonardo non sapeva che nel 1753 ci sarebbe stata la riforma gregoriana del calendario, che portò un "salto in avanti" di 10 giorni nella datazione, salto che ogni entità nazionale distribuì a modo suo, nel presente, nel passato o anche nel futuro (nei casi in cui la riforma entrò in vigore più tardi, per esempio nella Russia rivoluzionaria).

Approfondendo questa vicenda, si trova questo articolo datato 14 marzo 2010 su Repubblica.it:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/14/la-profezia-di-leonardo.html
(salvata qui)

L'articolo contiene ulteriori informazioni circa il libro della Sforza Galitzia, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. In particolare si apprende che la sua fonte di ispirazione non è il Cenacolo originale esposto a Milano bensì un arazzo "gemello" conservato ai Musei Vaticani.

C'è un approfondimento su cosa consista il codice segreto, discorso criptico accessibile solo a chi padroneggia il linguaggio matematico-astronomico in cui è scritto il messaggio relativo al 4006. Eccolo:

Il prezioso manufatto nasconde nei suoi intrecci un mappamondo - che si desume dalle pieghe della tovaglia rappresentanti latitudinee longitudine celestee terrestre - e linee orarie che formano il reticolato prospettico della scena: il meccanismo del cifrario dove ventiquattro ore si sostituiscono a ventiquattro lettere dell'alfabeto.

Le cose e i concetti hanno un nome, e in questo caso il nome non è matematica, bensì numerologia. La numerologia è una pseudoscienza, non ha fondamenti logici e consiste nel "violentare" arbitrariamente sequenze di cifre e lettere, sommandole, moltiplicandole e storipiandole a piacimento fino a ottenere quanto ci piace.

(Qui c'è un interessante esempio pratico di come si possano ottenere presunti significati da qualunque insieme di numeri: http://www.cicap.org/piemonte/numeri/)

La studiosa ha arbitrariamente interpretato una sfera come un mappamondo, le linee tracciatevi come linee orarie (ma i fusi orari furono ideati solo nel 1859 ad opera di Quirico Filopanti: qui c'è un'ottima sintesi), ha quindi sostituito altrettanto arbitariamente le 24 ore con le 24 lettere dell'alfabeto latino.

Non finisce qui. La Sforza Galitzia individua una particolare ricorrenza del numero 8:

Il numero 8, ad esempio, è fatidico: appare ovunque, nelle striature delle otto colonne, nel bordo della tunica di Cristo, intrecciato come elemento decorativo nella bordura dell'arazzo... Nello stemma di Francia è rappresentato coricato, come il simbolo dell'infinito [...] Ed è anche simbolo di Cristo, incarnazione dell'infinito e nodo di congiunzione fra il divino e l'umano.

Da notare l'ennesimo anacronismo nel riferimento al simbolo di infinito: il simbolo ∞ è stato introdotto solo nel XVII secolo. Anche questa presunta lettura "matematica" si rivela solo numerologia, interpretazione arbitraria di cifre e simboli.

Da queste interpretazioni numerologiche l'articolo cita queste conclusioni della studiosa del Vaticano:

[...] Dunque, un codice per iniziati che serve a trasmettere messaggi. Tra questi - sostiene la Sforza Galitzia - Leonardo avrebbe celato una profezia. Una data precisa: il 21 marzo dell'anno 4006 avrà inizio un cambiamento completo nell'ordine delle cose, che si concluderà il primo novembre. Forse la fine del mondo, ma anche l'inizio di una nuova era per l'umanità.

Ecco infine le ragioni per cui Leonardo scriveva in codice:

Tutti se lo contendevano. E lui nascondeva in cifra il messaggio per non essere attaccato, non desiderava essere profeta nella sua patria. Voleva essere capito da chi avrebbe usato la stessa fatica per arrivare alle sue conclusioni, perché faticoso è il cammino che porta alla vera conoscenza

Concludo il post con un gioco stile "la Settimana Enigmistica" e vi invito a trovare le differenze (a parte l'anno che dal 2012 passa al 4006) tra le dichiarazioni della studiosa del Vaticano e questo video con Giacobbo (dal minuto 0:47):

14 febbraio 2010

Ufo, pace, amore e fantasia

L'ufologia (che nulla ha a che vedere con la vera ricerca di forme di vita extraterrestre) è al giorno d'oggi l'ultima frontiera del misticismo di chi cerca altrove un senso alla propria esistenza.

Tali ufologi hanno solitamente un modo di fare molto new age, predicando pace e amore e fratellanza universale, luce e illuminazione dell'anima, crescita dello spirito e sentire superiore e così via dicendo.

Cosa succede però quando una voce critica mette a nudo i falsi e quindi la malafede di chi fabbrica prove per presentarle in giro come testimonianze dell'esistenza di tali UFO?

Antonio Urzi di Cinisello Balsamo è uno dei più conosciuti "contattisti", nonché produttore di decine di video su Youtube dove presenta cose del tipo bottoncini appesi a un filo, sacchetti di plastica e palloncini svolazzanti come fossero UFO che passano sopra il suo terrazzino per salutarlo. Il blogger ilpeyote ha messo a nudo tutto questo, e l'ufologo tutto pace-e-amore-universali mette questo commento sul canale Youtube de ilpeyote (conosciuto anche con nick "CanarinoMannar0"):

Dice: "Tre settimane circa, e so dove abiti". Tecnicamente si chiama minaccia e potete trovarla sul canale Youtube de ilpeyote. Per evitare che la cosa passi inosservata per una eventuale cancellazione da parte di Urzi di quel commento, qualcuno ha fatto il freeze della pagina e me l'ha inviato via mail, eccolo:

http://www.freezepage.com/1266111879GIOTBQHGKV

Che dire Urzi... Pace, amore e fratellanza anche a te. Se succede qualcosa a ilpeyote verremo a chiedertene conto.

31 gennaio 2010

Ufo, ignoranza o malafede?

Ricevo una segnalazione da un amico il quale, oltre a pensare che non siamo soli nell'universo (cosa abbastanza probabile date le sue dimensioni), crede che esseri viventi non-terrestri siano vicini a noi: non su pianeti di stelle vicine, ma proprio vicini alla Terra, per esempio vicino la Luna, vicino al Sole o persino in prossimità della Terra stessa.

La segnalazione che mi viene fatta proviene da un sito che si occupa di ufologia "da bar", cioè segnidalcielo.it e precisamente questo articolo di Massimo Fratini. Si presenta questa immagine affermando che quei puntini che si vedono esternamente sono enormi oggetti non identificati, grandi quanto la Terra, fotografati dalle sonde STEREO e SOHO vicino al Sole (cliccate sull'immagine per ingrandirla, si riferisce ai puntini verdi ai bordi dell'atmosfera del Sole):

Perché proprio UFO? Semplicemente perché chi ha scritto non ha competenze in astronomia. E cosa si fa quando si ha a che fare con un fenomeno che stupisce ma che non si conosce? Semplice: si va dagli esperti, a coloro che per lavoro e/o per passione si occupano dell'argomento, in questo caso si va dagli astronomi e dagli astrofili, oltre che a leggere quanto c'è scritto nella fonte originaria della fotografia.

In questo caso la fonte dell'immagine è nientemeno che la NASA, e per l'autore dell'articolo è sufficiente sapere che quella foto provenga direttamente dalla NASA per farci le sue elucubrazioni sopra, senza sapere effettivamente cosa è quella foto. Innanzitutto cerchiamo di capire da dove viene, da quale pagina della NASA è stata tratta: è questa pagina, relativa alla sonda detta "STEREO", acronimo di Solar TErrestrial RElations Observatory.

Potete osservare in particolare la sezione della pagina chiamata "Latest EUVI Images": presenta delle immagini simili a quella presentata da Fratini, e il motivo è semplice: sono appunto le ultime immagini trasmesse, e quella presentata su segnidalcielo risale al 21 gennaio. Tuttavia si notano simili formazioni anche nelle foto aggiornate.

Innanzitutto con un po' di buona volontà, spulciando il sito della sonda STEREO si trova questa pagina, che si chiama Image Artifacts, e che spiega chiaramente:
Not everything visible in STEREO images is related to the Sun or the solar atmosphere. Some features are caused by the telescope optics, the cameras used to capture the images, or how the STEREO spacecraft are operated. These features can be quite confusing, and require some explanation. Below we outline some of the common non-solar features which appear in the images.
Traduco
Non tutto ciò che si vede nelle immagini di STEREO riguarda il Sole o l'atmosfera solare. Alcuni particolari sono causati dalle ottiche del telescopio, dalle camere utilizzate per catturare le immagini, o dal funzionamento del veicolo spaziale della sonda STEREO. Questi particolari possono portare a equivoci, sono quindi necessarie delle spiegazioni. Qui c'è un elenco di alcuni particolari "non-solari" che compaiono nelle immagini.

In altre parole: in quelle immagini ci sono artefatti, cioè particolari dell'immagine non facenti parte del soggetto ma indotti dal modo in cui viene fatta la fotografia. Segue poi un elenco di casistiche. La più interessante è quella indicata come "beacon data":
STEREO has two separate telemetry streams coming down from each spacecraft, the space weather beacon telemetry, and the science recorder playback telemetry. The beacon telemetry contains the most recent data and images, and is transmitted 24 hours per day. A volunteer network of antenna stations around the world collect as much as possible of this real-time data stream, and send it to the STEREO Science Center for processing. However, because the beacon telemetry rate is very low, the images need to be compressed by large factors, and are thus of much lower quality than the actual science data.

The science data collected by the STEREO spacecraft are written to the on-board recorder, which is then read out and transmitted to the ground during daily telemetry tracks using the NASA Deep Space Network. These data are of much higher quality than the beacon data, but take several days to reach the STEREO Science Center website. Thus, the most recent images on the STEREO Science Center browse tool will always be beacon images. These are replaced with the full-quality versions as they become available, generally about 2-3 days later.

Beacon images can always be recognized by having the character "7" near the end of the filename, e.g. "n7euA", while the full resolution images will have the character "4" in that location.

Also check out the write-up on cosmic rays to see how the high compression factors used for the beacon data affect those artifacts.
Traduco:
STEREO dispone di due flussi di telemetria separati, che provengono da ogni veicolo spaziale, lo "space weather beacon telemetry" e lo "science recorder playback telemetry". Il primo contiene i dati e le immagini più recenti, e viene trasmesso 24 ore al giorno. Una rete di stazioni di rilevamento volontarie nel mondo raccoglie quanti più dati in tempo reale possibile, e li spedisce allo "STEREO Science Center" per l'elaborazione. Comunque, dato che la velocità del "beacon telemetry" è bassa, le immagini devono essere compresse con un alto fattore di compressione, e quindi hanno una qualità molto più scadente rispetto ai dati scientifici effettivi.

I dati scientifici raccolti dalla navetta STEREO sono scritti su un dispositivo di registrazione a bordo, da cui i dati vengono letti e trasmessi a Terra una volta al giorno usando il network "NASA Deep Space". Questi dati sono di qualità molto maggiore rispetto ai "beacon data" [quelli descritti in precedenza], ma ci vogliono più giorni perché raggiungano il sito web "STEREO Science Center". Perciò, le immagini più recenti visibili nel tool di visualizzazione del sito sono sempre le immagini relative ai "beacon data". Queste vengono sostituite con le versioni ad alta qualità non appena queste divengono disponibili, in genere nel giro di 2 o 3 giorni.

Le immagini "beacon" si riconoscono perché hanno il numero "7" verso la fine del nome del file, per esempio "n7euA", mentre la versione ad alta risoluzione avrà il numero "4" al suo posto.

Guarda anche la pagina "cosmic rays" per vedere che effetti possono avere sulle immagini degli alti fattori di compressione.

Piuttosto chiaro, no? Ci sono due flussi di dati che provengono da STEREO: quelli giornalieri, meno precisi e trasmessi con un alto fattore di compressione, che degrada parecchio l'immagine, e che sono quelli visualizzati per ultimi sul sito NASA dedicato alla sonda STEREO; e ci sono poi i dati "raffinati", che prendono due o tre giorni per essere prodotti, e che vanno a sostituire i dati "grezzi". E' possibile distinguere una foto del primo o del secondo flusso semplicemente dal nome.

In coda è infine indicata un'altra pagina, questa, che mostra alcuni esempi pratici di distorsione delle immagini prodotte da elevati fattori di compressione:

Ecco quindi spiegate le grandi dimensioni dei "puntoni" presenti nell'immagine di apertura e presentati come "ufo enormi" da Massimo Fratini. Infatti questo è il link a una delle immagini "ad alta risoluzione":

Come vedete, gli "enormi ufo" sono "scomparsi", si vedono solo dei piccoli puntini qua e là dovuti sia agli artefatti prodotti dai raggi cosmici (presenti in quantità!) sia al fatto che si trattasi di foto che non catturano lo spettro di luce visibile. Il Sole essendo praticamente una gigantesca bomba H in continua esplosione, eietta continuamente nello spazio enormi quantità di materia ionizzata, che emette radiazioni di ogni ordine e frequenza. La sonda cattura le onde nell'ultravioletto, quindi nel non visibile, i colori sono falsati (il Sole infatti non lo vediamo verde!) e l'intensità del verde indica la temperatura. Le parti quindi in verde più chiaro sono semplicemente quelle più calde, e con tutta la materia eiettata sarebbe strano non aspettarsi un risultato simile.

Complimenti quindi a Massimo Fratini e al mio amico per l'ingenuità dimostrata e per non aver fatto neanche il minimo sforzo per capire cosa rappresentino quelle fotografie e come vengano prodotte.
Si ringrazia VM per la consulenza.