31 marzo 2007

Milano. Carlo Lucarelli alla Feltrinelli di piazza Piemonte

Ieri sera c'è stata a Milano la presentazione del libro+DVD Piazza Fontana di Carlo Lucarelli. Il DVD contiene l'omonima puntata di Blu Notte - Misteri Italiani andata in onda nel 2005. La sala era gremita di giovani, seduti, in piedi, affacciati dalle scale che portano al primo piano. Tutti in attesa di ascoltare ciò che lo scrittore avrebbe detto su questo lavoro così importante.

Importante, perché testimonianza di come la TV possa diventare uno strumento capace di creare nelle giovani generazioni, ma non solo, una coscienza storica, un voler conoscere ed approfondire avvenimenti accaduti apparentemente tanti anni fa, di cui apparentemente è svanito l'interesse, e che invece sono state svolte epocali, che hanno contribuito a creare l'attuale situazione, nel bene e nel male.

Lo scrittore ha parlato di come nasce la sua trasmissione: erano partiti da casi di cronaca irrisolti, riguardanti gente comune, avendo però in serbo il sogno di realizzare lavori, come quelli poi svolti, che parlassero della storia italiana, in particolare dal secondo dopoguerra in poi.

Storia che troppo spesso viene dimenticata. Storia che troppo spesso viene considerata troppo lontana. Storia che, quando si prova ad accennarne, spuntano fuori luoghi comuni come ad esempio "è troppo complicata".

E invece no. Lucarelli ed i suoi collaboratori hanno compiuto un lavoro colossale di ricerca, consultando documenti, intervistando a più riprese i testimoni degli eventi e personaggi politici che, come ha ricordato lui stesso, quando si accorgono che il loro tempo sta per concludersi, decidono di svelare informazioni che hanno nascosto per anni.

Notevole il discorso su buoni e cattivi: in un lavoro documentale non si può parlare di buoni o di cattivi; bisogna basarsi sui fatti, a prescindere dalle idee che l'autore o gli autori stessi abbiano di taluni personaggi. L'altra faccia della medaglia di ciò è però il non poter parlare di nomi e cognomi di persone coinvolte nei vari casi ma dei quali non esiste ancora una verità giudiziaria, pena querele e/o censure. Ma è giusto così.

Da ricordare anche le considerazioni sul titolo della trasmissione, in particolare sulla parola misteri: la parola migliore sarebbe stata segreti, dato che un mistero presuppone un atto di fede, mentre gli avvenimenti storici da lui trattati paiono misteri perché c'è chi fa in modo che la verità non venga a galla. Ustica, il caso Mattei, la stessa strage di Piazza Fontana. La verità esiste, non è un mistero, è solo stata nascosta. Anche se qualcosa è venuta fuori. Nel caso di Piazza Fontana è documentato che un importante ruolo l'ha avuto la cellula veneta di Ordine Nuovo. E' documentato che nel maggio del 1965 c'è stato un convegno di neofascisti all'hotel Parco dei Principi a Roma, in cui è stata delineata la cosiddetta strategia della tensione.

Alla fine del suo discorso ci sono stati gli interventi dei presenti, a testimoniare ancora una volta il merito dell'autore di aver svegliato la coscienza di molte persone, soprattutto giovani non ancora nati negli anni raccontati, persone che dopo aver visto Blu Notte sono corse a documentarsi, a leggere libri, ad approfondire i singoli avvenimenti, a confrontare punti di vista diversi.

Tema ricorrente delle domande, il come si possa fare a difendersi dalla continua distrazione che fanno i mass media da temi importanti come quelli riguardanti la nostra storia, bombardando la carta stampata e non solo con le vicende del processo di Cogne, di vallettopoli, di mostri sbattuti in prima pagina. E come si possa insegnare ai propri figli a distinguere la verità all'interno del baccano mediatico a cui siamo sottoposti.

La risposta di Lucarelli è stata che è compito nostro come italiani quello di non far morire, di non far cadere nel dimenticatoio storie delle quali noi stessi siamo fatti, anche se sono passati 30 anni o più. Cercando e mettendo a confronto le varie fonti. La storia deve vivere dentro di noi. Come difendersi dalla informazione-spazzatura? Il nostro ha esemplificato ricordando una trasmissione in cui un politico di centro-destra ed uno di centro-sinistra dibattevano animatamente, togliendosi la parola a vicenda, sul fatto che Andreotti fosse colpevole o innocente riguardo i suoi contatti con la mafia. Il politico di centro-destra affermava l'innocenza, quello di centro-sinistra la colpevolezza.

Peccato che sarebbe bastato leggere la sentenza, che esiste, per mettere a zittire la specie di lite condominiale in atto e porre fine alla discussione. Come difendersi dunque? Cambiando canale, non guardando più quella trasmissione i cui autori vogliono alzare l'audience solo facendo rumore.

Come difendersi dunque? Cercando i fatti, approfondendo, studiando, facendo nostra la storia, la nostra storia. Troppo spesso la superficialità ci spinge a credere a voci ascoltate solo in virtù del rumore con cui vengono gridate o della "simpatia" o popolarità del personaggio che le fa sue. O peggio, in virtù della loro spettacolarità, senza basarci sui fatti e senza approfondire, creando spesso teorie del complotto assurde e senza fondamento.

Molte delle puntate di Blu Notte delle edizioni 2005 e precedenti sono a disposizione in streaming sul sito di RaiClick TV. In particolare qui e qui.

Segnalo inoltre la registrazione della notizia del TG del 12 dicembre 1969 riguardante la strage di piazza Fontana, disponibile sul sito RAI in streaming in formato RealPlayer.

29 marzo 2007

La CEI ed il libero arbitrio

Infuria in questi giorni la polemica della Conferenza Episcopale Italiana contro i DICO. Critiche contro vincoli diversi dal matrimonio e critiche contro unioni tra persone dello stesso sesso.

Tralasciamo per un attimo le unioni omosessuali. Nella nota dei vescovi, a cui punta il link sopra, viene detto che un figlio può avere l'affetto dei genitori solo se questi sono uniti in matrimonio. Un vescovo, in materia di famiglia può avere un'esperienza personale come figlio, e non come genitore; come genitore può però avere molta esperienza indiretta tramite le famiglie che ha conosciuto durante la sua esperienza pastorale. Mi chiedo a questo punto se chi fa un'affermazione come quella appena citata abbia mai conosciuto delle famiglie oltre la facciata bella e pulita che viene mostrata la domenica a messa.

Famiglie "per bene", unite dal vincolo del matrimonio, per cui il primo valore fondamentale è quello di salvare la faccia. Non importa se all'interno ci sia amore, l'importante è che sia tutto in regola per "la società". Sposati, con figli, mostrando sorrisi a 36 denti quando si parla di sé stessi. Quant'è brava mia figlia, oh quant'è brava, come le voglio bene. Guai a chi me la tocca. Solo io posso farlo. A buon intenditor.

Che relazione c'è tra il vincolo, pur sacro, del matrimonio religioso, e ciò che accade realmente dentro una famiglia? Dalla nota dei vescovi questo non si evince.

Detto questo, non capisco cosa possa impedire ad una coppia unita da un legame laico di provare infinito amore per un figlio. Per Nostro Signore, esistono anche loro. Anche se i vescovi non sono d'accordo...

Nel comunicato, viene ribadito che la coppia dev'essere aperta alla vita, motivo per cui una unione omosessuale non ha senso. Mi chiedo, alla luce di questo, che senso abbia una coppia eterosessuale in cui almeno uno dei due sia sterile.

Ma soprattutto, di cosa parla la proposta di legge sui DICO? Parla di diritti civili, di reversibilità della pensione, di accesso a strutture ospedaliere ai fini di assistenza... I vescovi della CEI nel loro discorso sono finiti in un pendìo scivoloso.

Detto tutto ciò, c'è anche da premettere che i rappresentanti di uno stato non devono esercitare pressioni così forti sui politici di un altro stato. Cosa c'entra la legislazione italiana con il Vaticano?

Così come capita spesso, alcuni interventi affossano definitivamente la coerenza di un discorso quando entrano in gioco personaggi altamente contraddittori ed evidentemente fuori luogo. Ci si mettono quelli di Comunione e Liberazione, che dicono di non somministrare l'eucaristia ai politici che votino a favore dei DICO.

Qualcuno disse: date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio.

Ricordiamo che quelli di CL, nei loro meeting di Rimini hanno spesso e volentieri come relatore Silvio Berlusconi, notoriamente divorziato e risposato, il quale con il candore di un bambino afferma sui DICO: "E' un matrimonio di serie B". E il suo matrimonio, in che serie si colloca? Segue le vicende del Milan? E continua: "arriveranno alle adozioni gay". Anche lui è finito diritto nel pendìo scivoloso.

Forse è il caso di indicare ai vescovi della CEI la pagina di Wikipedia che spiega cosa sia il libero arbitrio.

P.S. A proposito del presidente della CEI, invito a leggere questo post per notare l'incoerenza dei suoi discorsi. Sono da leggere un articolo su ciò che lui ha detto ed una lettera che gli è stata recapitata a tale proposito.

27 marzo 2007

Milano. Il sindaco Letizia Moratti in piazza Argentina

Ieri sera, in piazza Argentina a Milano il sindaco Letizia Moratti ha tenuto un discorso sulla sicurezza e sulla legalità, sul bisogno di una maggiore e reale presenza di forze dell'ordine, soprattutto nelle zone a rischio, nelle periferie. Un discorso doveroso e ammirevole, che esprime la voglia dei cittadini di avvertire in una città come Milano un senso di civiltà e di sicurezza.

Un discorso apartitico, super partes e che riguarda la politica come gestione della cosa pubblica, per il benessere dei cittadini onesti e rispettosi del bene comune.

Nota stonata, anzi stonatissima, l'intervento a sorpresa di Silvio Berlusconi, che come facevano Zuzzurro e Gaspare qualche anno fa a Drive In, saltando di palo in frasca arriva alla conclusione che il governo deve dimettersi.

Intervento del tutto fuori luogo (a parte per l'essere palesemente off topic), anche perché Silvio Berlusconi, notoriamente sommerso da procedimenti penali a suo carico, è in tema con la sicurezza e la legalità esattamente come i cavoli a merenda.

26 marzo 2007

Buscando tu mirada... (o Cosa ti manca?)

Quei pomeriggi in cui avverti una sensazione di vuoto. Il tran-tran quotidiano per andare al lavoro, la confusione della folla in metrò e in autobus. Cerchi qualcosa, cerchi di capire che cosa ma in fondo già lo sai. In fondo non ti manca nulla: indipendenza, amicizie, interessi. Hai le giornate piene di impegni, ma quei cinque minuti di pausa ti fanno riflettere.

Vorresti un sorriso, un sorriso spontaneo, uno sguardo che si disseti nei tuoi occhi come tu nei suoi...

22 marzo 2007

In my life (o ricordi)

Quando capita di incontrare un amico che non vedi da tempo, e con cui hai passato momenti intensi e cruciali della tua vita, è sempre un piacere. Specie se nel frattempo tutto è cambiato per entrambi: città in cui si vive, modo di vivere e di pensare, gente che frequenti. Rifletti sul tempo che è passato e su chi si è stati nel corso di questi ultimi anni.

Poi, inesorabilmente, si passa a rammentare "i vecchi tempi", e si inizia a ridere, a pensare a tutte le stranezze viste e commesse in prima persona. Ricordi sommersi, che sgorgano fuori dalla tua testa come impetuosi geyser. Anche eventi in un certo senso "spiacevoli", ma che sublimati dal tempo divengono bellissimi. Poi ti scappa... si... pensi e dici: "sento la nostalgia...", ti sembra di guardare verso il passato anziché verso il futuro. Forse stai rimpiangendo il passato...

E invece no. Non è rimpianto, non è nostalgia. Siamo semplicemente noi, è la nostra storia, di cui siamo costituiti e senza la quale semplicemente non esisteremmo. Tra qualche tempo, quando vivrò chissà dove e farò chissà cosa chissà con chi, sarò contentissimo di re-incontrare chi ho conosciuto o sto conoscendo ora e con cui sto condividendo parte della mia storia. E parleremo, ricorderemo, rideremo...

20 marzo 2007

Il sesso debole (o Servi della Gleba)

Qual'è il sesso debole? Ovvio: quello maschile. Non basta la più forte determinazione, il migliore ottimismo, la più grande voglia di "spaccare il mondo", il più impetuoso coraggio. Non vi si può sfuggire.

Si tratta di attimi. Basta incrociare lo sguardo giusto nel momento sbagliato, ed è finita. Fino a quel momento non facevi altro che pigliare per i fondelli i tuoi amici "glebizzati", inducendoli a svegliarsi da quello stato assurdo che gli manda KO i neuroni... e invece no. Ci sei anche tu dentro, fino al collo.

Servo della gleba planetaria.

19 marzo 2007

Fummo quattro amici al bar...

N.B.: Questo post è strettamente di parte, dato che il calcio mi è strettamente indifferente, tranne quando la partita di calcetto la gioco anche io.

Mi piaceva molto passare serate in compagnia di amici, magari di domenica, magari in pizzeria: chiacchierare, raccontarsi gli ultimi avvenimenti, ridere, parlare (soprattutto sparlare) dei problemi passati in ufficio, delle proprie (dis)avventure amorose... finché non arrivò l'acquisto dei diritti TV da parte di SKY, con conseguente proliferazione di strategici televisori nei pub/pizzerie...

Accade così che nel bel mezzo di un discorso o di un racconto vedi gli sguardi dei tuoi interlocutori persi (o dispersi) nel vuoto... due/tre secondi di pausa e poi un urlo od una "mala espressione". Ti accorgi solo allora, specie tu che ignori totalmente il mondo del calcio, che in realtà quasi tutti gli occhi erano puntati sul televisore posto dietro le tue spalle, e che proprio in quel momento ci passava sopra un tizio in tenuta sportiva che tentava di infilare una palla in rete.

Sono in molti quelli che escono di casa e vanno nei pub o pizzerie non per incontrare i propri amici, ma per vedere una partita.

Non ho invece trovato alcuno che si assenti per guardare una partita sul telefonino.

16 marzo 2007

Lo scarso valore dei dati Auditel

Si dà per scontato che in ogni casa italiana ci sia un televisore. Il successo di un'idea, in Italia, si misura con i dati Auditel.

Dati relativi ad una massa intenta a guardare le imprese ed i pietosi teatrini dei ragazzi di Maria de Filippi o peggio la mostruosa mancanza di personalità dei personaggi dei vari reality show, magari del Grande Fratello, che nulla ha a che vedere con il personaggio distopico creato da Orwell.

...E gli altri? Quelli che il televisore non lo guardano, o peggio non ce l'hanno come il sottoscritto? Di loro non si tiene conto. Quanti sono? Come si misurano? Da più di un anno sono senza televisore, ed è un vero piacere vedere gente che scimmiotta loschi personaggi dei vari talk/reality show senza capire di chi parlino, o di ascoltare sconosciuti jingle di programmi televisivi del momento senza sapere che immagini evochino!

La sensazione è quella di avere la mente più libera. Non libera, solo più libera di prima: il chiasso mediatico imperversa dappertutto, ma penso sia già un passo in avanti.

L'infima qualità di gran parte del palinsesto televisivo non fa che abbassare paurosamente ed ulteriormente il livello medio di cultura della popolazione. Producendo una massa di allocchi. Basta ascoltare i discorsi che molta gente fa in tram o in metro.

C'è però anche una parte buona della televisione (o radio), ci sono anche ottimi programmi, molti dei quali tranquillamente visibili in streaming e/o per il download dai relativi siti Internet. Si vedano ad esempio i siti di Rai Click, All Music, Le Iene, Short-cut o Radio 2. Meglio ancora YouTube.

Le notizie le vado a cercare quando e dove voglio. Notizie comunque spesso parziali, imprecise e superficiali, ma che mi raggiungono solo quando le vado a cercare io.

14 marzo 2007

La neolingua della pubblicità

Ultimamente nella pubblicità (chiamata anche con il termine messaggi promozionali) vedo comparire tracce della neolingua di Orwelliana memoria.

La neolingua/newspeak ha come scopo ridurre il più possibile il numero di vocaboli, eliminando sinonimi e contrari. Per esempio, perché usare due termini good/bad, quando si potrebbe benissimo usarne uno, good, ed usando un prefisso per dire il contrario, ungood?

Bene. Trasportando il tutto nella pubblicità, specie quella relativa a prodotti e servizi di comunicazione come contratti di telefonia e connettività ad Internet, si leggono strafalcioni come questi:
  • Banda illimitata fino a 5 Gigabyte al mese
  • Con soli 5 euro al mese parli gratis 200 minuti con chi ha un numero XXX
Come faccio ad avere una banda illimitata se ho un limite di 5Gb al mese?
Come faccio a parlare gratis con chi ha un numero XXX se ho pagato 5 euro per questo?

Hanno eliminato il contrario di limitato, facendolo diventare sinonimo di illimitato, e gratis è diventato sinonimo di a pagamento? Questo è puro doublethink! Sostituendo alle parole della neolingua quelle della archelingua, tutto sembra riacquistare un senso:
  • Banda limitata fino a 5 Gigabyte al mese
  • Pagando 5 euro al mese parli 200 minuti con chi ha un numero XXX