15 aprile 2010

A Rebus la Sindone di Garlaschelli

In occasione dell'ostensione della Sindone di Torino, lunedì 12 aprile è andata in onda la seconda puntata della nuova serie di "Rebus", trasmissione di Maurizio Decollanz, dedicata alla presunta reliquia.

Ospiti in studio lo scrittore Michele Allegri e il prof. Luigi Garlaschelli dell'Università di Pavia, nonché socio effettivo del CICAP. I due ospiti hanno rappresentato il punto di vista razionale e basato sui fatti: sono stati invitati da Decollanz anche diversi sindonologi (coloro che affermano di saper dimostrare scientificamente l'autenticità della Sindone), ma nessuno di loro ha accettato il confronto. Il punto di vista credente è quindi stato esplicato da alcuni filmati (le cui affermazioni sono state in seguito discusse in studio).
Di rilievo è stato l'intervento di Garlaschelli in cui ha illustrato il suo lavoro: ha riprodotto un artefatto del tutto simile alla Sindone, e che presenta i tratti che gli autenticisti dichiaravano "non riproducibili". Il lavoro, finanziato dal CICAP e dall'UAAR, è stato svolto usando strumenti e tecniche disponibili in epoca medioevale (il test al radiocabonio ha datato infatti la Sindone negli anni attorno al 1300 d.C.).

Ecco raffigurate a sinistra la copia di Garlaschelli, e destra la Sindone conservata a Torino ed esposta in questi giorni (cliccate per ingrandire):


Da segnalare l'apparente cambio di rotta di Maurizio Decollanz che, dopo aver acriticamente presentato nella precedente edizione le bufale più assurde in chiave possibilista (com'è successo nella puntata sulle scie chimiche in cui è stato dato ampio spazio a ospiti senza alcuna competenza in materia aeronautica e/o meteo), si è rivolto a chi lavora basandosi sui fatti e sull'osservazione.

L'intera puntata è disponibile su youtube, ecco i quattro spezzoni che la compongono:







7 commenti:

claclawolverine ha detto...

io sono per il falso... insomma, se degli scienziati esperti ti stimano che è datata 1250 con un livello di confidenza del 95% è quello.

Francesco Sblendorio ha detto...

Infatti, le prove oggettive validano l'ipotesi del falso.

Le presunte prove di "autenticità" mancano di oggettività e spesso ignorano sia che è stata fatta una datazione con il radiocarbonio, sia il fatto che un corpo avvolto in un panno non produce una figura simile a quella della sindone.

Margotti Street ha detto...

E' una questione di lana caprina perchè: "se credi non hai bisogno di prove, se non credi nessuna prova ti convincerà." Non è mia, ma la faccio tale perchè sintetizza la situazione e vale anche per le apparizioni mariane, le scie comiche, l'undici settembre e tutti i complotti nei quali tanta gente ha assoluta necessità di CREDERE!!! Ciò non significa, ovviamente, che non si debba cercare, con ogni mezzo e tanto impegno, la verità oggettiva.

T. Fulvio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
T. Fulvio ha detto...

Io non sono credente... ma mi dispiace un po' che ci si accanisca, da una parte e dall'altra, su un oggetto.

Diciamo che la questione aveva senso nel medio evo, quando la bufala "sindone" aveva il suo spessore.

Oggi ritengo relativamente poco importante queste discussioni.
Credo che certi oggetti valgano per il loro potere evocativo, più che per il loro essere.

Da non credente ho comunque visitato la sindone e da non credente mi sono comunque emozionato.

Falsa o autentica che sia evoca le vicende di un uomo che ha segnato profondamente la storia ed il pensiero della nostra società.

D'altra parte Cimabue non c'era quando hanno crocefisso Gesù. Ma il suo crocefisso è in grado di suscitare le stesse emozioni.

Che poi la sindone sia autentica o un falso, diventa una questione, nel 2010, meramente accademica.

Il credente sincero, anche se convinto che quello non è il sudario di Cristo, continuerà a credere.
Chi non crede, anche se fosse convinto che quello è il vero sudario, registrerebbe semplicemente l'evento come un ritrovamento storico.

D'altra parte a Torino sono conservati anche i lini ben più antichi, ritrovati nelle tombe egizie.

Positivo comunque il cambio di rotta della trasmissione.

Per le prossime puntate speriamo nel contraddittorio.

Gianni Comoretto ha detto...

Io sono credente e ritengo la Sindone comunque evocativa, suggestiva, mi sono commosso a vederne una riproduzione figurarsi se vedessi l'originale.

Ma quando vedo degli "scienziati" che si arrampicano sugli specchi per dimostrare l'indimostrabile, da scienziato mi girano gli zebedei. Essere credente nel soprannaturale non significa smettere di ragionare. Non significa inventarsi un difetto della prova del radiocarbonio che non esiste. Non significa vedere una monetina in due fibre macchiate. O snaturare la pollinologia. Eccetera.

Quella non e' "fede" (che significa "fiducia" in un messagigo, in una persona, in una metafisica), è voglia di non mettersi in discussione neppure su un oggetto (se la Sindone e' falsa cosa cambia?)

Anonimo ha detto...

Ho visto in rete la puntata sulla Sindone e debbo dire che le spiegazioni storiche di Allegri e quelle scientifiche di Garlaschelli mi hanno convinto. La Sindone è un falso! Occorre ragionare un po' per sapere quante Sindoni circolassero a quei tempi. Sono pienamente d'accordo con Allegri, i Templari con la Sindone non c'azzeccano niente, come dice un noto molisano.
Cordialmente,
Berbero