Dopo aver letto su repubblica.it dei disordini accaduti nella giornata appena passata in via Paolo Sarpi, appena uscito dal lavoro mi sono recato lì per poter vedere in prima persona le conseguenze di quanto successo e per scambiare qualche parola con gli abitanti della zona.
Sono arrivato in zona attorno alle 19.30, e l'ordine pubblico era stato ristabilito. Tracce dell'accaduto erano evidenziate dalla presenza gruppi di poliziotti con casco e scudo in molti incroci di via Paolo Sarpi.
Ho quindi iniziato ad intervistare persone che lì vivono e/o lavorano, sia cinesi che italiani, e riporto qui di seguito ciò che ho potuto ricavare da queste interviste.
Innanzitutto il fatto di cronaca, che dalle testimonianze sembra coerente con quanto riportato dall'articolo di cui sopra (ho raccolto da un ragazzo cinese testimone oculare gli stessi fatti): in seguito ad una multa da parte della polizia municipale per scarico merci fuori orario, ed ai relativi controlli, un'auto risultava avere l'assicurazione scaduta, e la proprietaria, con figlia al seguito, ha protestato. Si sono quindi scaldati gli animi, ed in questi casi può accadere che si "venga alle mani". La donna è finita a terra. Il testimone che ho ascoltato afferma che hanno "iniziato" i vigili, ma io non posso confermarlo né smentirlo dato che non ero lì presente al momento dell'accaduto. Il testimone ha affermato che sono stati dati schiaffi anche nei confronti della bambina (stesso discorso di prima per quanto riguarda una mia possibile conferma o smentita). Di lì quindi è partita la escalation di violenza. Chi ha cominciato? Non è mio compito né mio interesse stabilirlo, il punto è un altro.
Andiamo infatti oltre. Cosa ha trasformato una multa per scarico merci fuori orario in una rivolta? Da circa due mesi il comune ha imposto limiti di orario per lo scarico. Regola valida solo per tale zona della città, detta anche Chinatown. Perché? Per stessa ammissione dei cittadini della zona, via Paolo Sarpi, una strada molto stretta, era diventata un suk di carrelli. Un traffico sempre crescente di merci trasportati su tali carrelli lungo la via, che rende sempre meno agibile la strada per gli autoveicoli.
Il traffico è crescente, chiaro, perché la zona si sta sviluppando, e sempre nuovi cinesi raggiungono i loro connazionali, e spesso aprono nuove attività commerciali, regolarmente riconosciute e con licenza concessa dal comune.
Gli intervistati mi hanno fatto notare che, senza carrelli, la merce andrebbe portata a mano, o a spalla... il che non è lo stesso, ed al contempo non si può vendere la merce senza... averla nel proprio negozio. Tale situazione, quindi era perfettamente immaginabile nel momento in cui venivano concesse le licenze per le nuove attività commerciali.
Ma andiamo avanti con i "risultati" delle interviste. Che ruolo ricopre il razzismo? Tra i giovani cinesi cosiddetti "di seconda generazione" e gli italiani problemi non ce ne sono, stringono amicizia ed escono assieme. Anche la popolazione di fascia d'età compresa tra i 30 ed i 40 anni pare "funzionare" allo stesso modo. Un gruppo di giovani italiani mi ha raccontato come a Capodanno (quello italiano) italiani e cinesi abbiano festeggiato assieme per strada. Da notare l'adattamento, dato che il capodanno cinese non coincide col nostro.
Uno dei problemi, secondo le testimonianze che ho potuto ascoltare, è presente con la popolazione anziana "autoctona", che si lamenta del sempre crescente numero di cinesi. Altro problema è l'integrazione, soprattutto linguistica. Nonostante come già detto i giovani cinesi e italiani stringano tra loro amicizia, ho incontrato un discreto numero di cinesi, attorno ai 30, che parlano l'italiano con una certa difficoltà. Si parla spesso di isolamento della comunità cinese, ecco un altro problema, ma questo è una conseguenza dell'isolamento linguistico di taluni strati di popolazione cinese.
Mi è stata segnalata anche la presenza di alcune scritte razziste sui muri, ma nelle strade che ho percorso non ne ho incontrate. Quando ne troverò, aggiornerò questo post. A coloro che pensieri razzisti ne hanno, invito a capovolgere per qualche secondo il mouse che hanno in mano per leggere chi l'ha fabbricato.
Torniamo al problema della regolamentazione dello scarico merci. E' successo che per risolvere un problema sempre crescente e mai affrontato, ma prevedibilissimo dato l'aumento delle licenze date ai negozianti, si è scelto di utilizzare il pugno duro imponendo un divieto che, se da un lato ha come scopo quello di rendere più vivibile e scorrevole la strada, dall'altro impedisce logisticamente l'espletarsi delle attività economiche della zona. E dato che ovviamente nessuno intende interrompere la propria attività, tale divieto non può essere rispettato. E' comunque un divieto che vige, i controlli ci sono, come ci sono le multe, anche frequenti. Sale quindi il malcontento, sale la tensione, e si arriva alle situazioni limite.
E' come se, per rallentare l'avanzata dell'effetto serra, fosse imposto che ad una certa ora si fermino tutti gli impianti a carbone e quelli che utilizzano derivati del petrolio.
Le soluzioni immediate ma a breve termine sono fallimentari. Come risolvere il problema? Non lo so assolutamente, ed è compito degli assessori e dei consiglieri comunali quello di pensare al problema in termini di più ampio respiro e considerando che la situazione in atto non può essere cambiata da un giorno all'altro decretando nuove regole sic et simpliciter.
13 aprile 2007
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2 commenti:
Caro Francesco, la situazione è molto complessa. Chi arriva in Italia, che gli piaccia o meno, deve rispettare le nostre regole. E questo è un fatto. E' innegabile, tuttavia, che a chi è preposto a far rispettare queste regole, di tanto in tanto, gli scappi la mano (con annesso manganello...). E questo è un (brutto) fatto. Un altro fatto, odioso, è che i nostri cari concittadini che lamentano la presenza invadente dei cinesi-senegalesi-marocchini-ecc., spesso sono gli stessi che affittano (a prezzi esorbitanti)dei veri e propri buchi fatiscenti proprio ai cinesi-senegalesi-marocchini-ecc.........Purtroppo, viviamo in una democrazia fasulla. In realtà, ciascuno di noi decide quali sono le regole da rispettare e quali no. Forze dell'ordine comprese.
http://canali.libero.it/affaritaliani/milano/commentoMIBIS1304.html
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