La tematica trattata nel libro, scritto da diversi autori, è l'indagine sulle cosiddette "spiegazioni alternative" agli eventi relativi all'undici settembre. Oltre però alle indagini svolte in maniera rigorosa, diverso spazio è dedicato al lato psicologico del fenomeno. Perché ci si sente attratti, in genere, dai complotti? Perché si rifiuta una spiegazione semplice e si preferisce contorcere la realtà?
Il tema non è semplice, e non si può etichettare come matto chiunque parli in generale di complotti, perché i complotti esistono, e la storia d'Italia ne è ricca: la strage di Portella della Ginestra, la strage di piazza Fontana (per la quale non esistono ancora colpevoli), la stazione di Bologna.
Le cose vanno però trattate con cura, e nel caso dell'undici settembre si è assistito (e si assiste) alla proliferazione di sedicenti profeti e detentori della verità, che propinando teorie assurde (come quella del buco di 5 metri nel pentagono), tagliando ad arte interviste, alterando i colori di fotografie, ed omettendo deliberatamente risultati di perizie imparziali "costruiscono" complotti inesistenti, con lo scopo di guadagnare notorietà e/o soldi vendendo libri, DVD e persino magliette e cappellini.
Il segno tipico del complottismo da quattro soldi è il rifiuto dell'onere della prova: se io ti dico che mio cuggino sa saltare dal quinto piano senza farsi male, sei tu che non ci credi che devi dimostrarmi che non è vero!
Ciò che desta meraviglia e preoccupazione, ma che soprattutto mostra quanto fragile e labile sia il Principio di autorità applicato senza un minimo di coscienza critica, è l'adesione di persone di una certa cultura come Dario Fo e Franco Cardini alle teorie complottiste più strampalate sull'undici settembre, mancando di rispetto a tutta la gente che in tale frangente ha perso la vita, nonostante nulla avesse a che fare con le tensioni internazionali, ed ai loro famigliari.
In realtà basta documentarsi, ed anche un briciolo di senso critico per rendersi conto che una frase come "c'era una tale perdita di vite umane, che la cosa migliore da fare era far crollare l'edificio" non ha molto senso, soprattutto durante un'intervista.
L'intero sito Undicisettembre.info è ricco di documentazione tecnica e di indagini effettuate da tecnici, visitarlo dà veramente una panoramica dello stato attuale delle ricerche su questo argomento. Il libro presentato, il primo che nasce in italiano (gli altri, pochi, libri anticospirazionisti in italiano sono traduzioni), rappresenta un'ulteriore occasione per spazzare definitivamente via ogni pensiero del tipo "e se fosse vero..." che può passare per la mente navigando per la rete o guardando la spazzatura che mandano in onda in TV.
Nota: Edizioni Piemme, l'editore di 11/9: la cospirazione impossibile è lo stesso che pubblica Zero, il libro cospirazionista di Giulietto Chiesa.
5 commenti:
> Nota: Edizioni Piemme, l'editore di 11/9: la cospirazione impossibile è lo stesso che pubblica Zero, il libro cospirazionista di Giulietto Chiesa.
Ecco, appunto... L'avevo notato anch'io sfogliando il catalogo PIEMME.
I due libri nelle due pagine "a fronte".
Mi sono detto: Mhhh... ma non è che questi vogliono solo alimentare il mercato vendendoli entrambi, e fanno pure la figura degli intellettuali illuminati che non censurano nessuno?
Cioè... dico anche io NO ALLA CENSURA... però un minimo di linea editoriale bisognerebbe anche averla: non puoi pubblicare a pagamento tutto e il contrario di tutto. Altrimenti il dubbio che l'unico denominatore comune sia il guadagno... ai malpensanti come me sorge! o_O
Ciao Fry,
personalmente la vedo come una cosa positiva: primo, nessun complottista potrà così accusare la casa editrice di essere di parte / prezzolata / assoldata dalla CIA; secondo, la casa editrice si dimostra ben lontana da ideologie o surrogati, e come è logico pubblica e guadagna.
La critica semmai è di pubblicare stupidaggini (mi riferisco a "Zero"), ma le indagini ed il debunking non sono il mestiere di un editore, e lo fanno fare giustamente agli autori.
Due pesi e due Misure riguardo Chiesa e Zero
http://s-p-e-e-d-y-b-l-o-g.blogspot.com/2007/10/due-pesi-e-due-misure-zero-e-giulietto.html
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Cioè... dico anche io NO ALLA CENSURA... però un minimo di linea editoriale bisognerebbe anche averla: non puoi pubblicare a pagamento tutto e il contrario di tutto. Altrimenti il dubbio che l'unico denominatore comune sia il guadagno... ai malpensanti come me sorge! o_O
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Io direi no alla "croce rossa"...o quanto meno viva il buonsenso di chi non rinfaccia a Chertoff connubi con il governo USA quando riceveva soldi dal governo russo.
Inoltre se non ci fosse l'editore Chiesa usufruirebbe del titolo di Censurato. Corrisponde ad un *10 nella possibilità di essere ascoltato senza verifica da parte di lettori poco imparziali e molto politicizzati.
Oramai l'epiteto di censurato è il meglio che può capitare per la carriera professionale di un giornalista/comico. Un salto in avanti nel curriculum vitae.
> Oramai l'epiteto di censurato è il meglio che può capitare per la carriera professionale di un giornalista/comico. Un salto in avanti nel curriculum vitae.
In effetti...
o sblendorio, ma ti chiami davvero così? Non sai neppure quello che scrivi...devono essere le troppe canne che ti fai...prima o poi ti molleranno i tuoi amichetti "segreti"...ci semina vento raccoglie tempesta!
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